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Voci dalla biodiversità

Ogni voce racconta un punto di vista. In queste interviste incontriamo chi lavora ogni giorno per conoscere, proteggere e comunicare la biodiversità. Esperienze diverse, competenze trasversali, percorsi che si intrecciano: ascoltarle significa entrare nel vivo della conoscenza, là dove prende forma.

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  • Dentro l’esposoma: salute, città e futuro

    Dentro l’esposoma: salute, città e futuro

    Gloria Bertoli ci guida in un viaggio tra scienza, ambiente e medicina personalizzata

    Cosa c’entra la biodiversità urbana con la nostra salute quotidiana? E perché la medicina del futuro dovrà tenere conto dell’ambiente in cui viviamo, della qualità del nostro cibo, dell’aria che respiriamo e perfino delle condizioni del nostro quartiere? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato Gloria Bertoli, direttrice dell’Istituto di Bioimmagini e Sistemi Biologici Complessi del CNR e co-leader dello Spoke 6 di NBFC. L’intervista è un vero e proprio viaggio dentro il concetto di “esposoma”, un termine tecnico fondamentale per comprendere come ogni stimolo che riceviamo influenzi la nostra salute. Il tema è tanto scientifico quanto umano, e ha profonde ricadute non solo in campo clinico, ma anche sociale, ambientale ed economico.

  • Ricerca e imprese: “la biodiversità è una miniera”

    Ricerca e imprese: “la biodiversità è una miniera”

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    La biodiversità italiana è un tesoro ancora largamente inesplorato, capace di offrire soluzioni innovative per la salute umana e la sostenibilità ambientale. In questo contesto si inserisce il lavoro coordinato da Flavia Guzzo, professoressa di botanica all’Università di Verona, che guida un team di oltre cento ricercatori nell’ambito del progetto NBFC. Al centro del loro impegno c’è la valorizzazione delle piante autoctone e alloctone italiane attraverso un’attenta analisi chimica e biologica, per individuarne proprietà utili nello sviluppo di nutraceutici, farmaci naturali e strumenti per un’agricoltura più ecologica. Grazie a un approccio rigoroso e multidisciplinare, sostenuto anche dall’intelligenza artificiale, il gruppo sta aprendo la strada a nuove applicazioni delle biomolecole vegetali, promuovendo al contempo la tutela della biodiversità e la ricerca scientifica di base.

  • Alghe preziose: il caso delle Cinque Terre

    Alghe preziose: il caso delle Cinque Terre

    Con i suoi progetti di restauro marino, il team di Mariachiara Chiantore fa rivivere le foreste di Cystoseira

    Il restauro marino è un’attività fondamentale per ripristinare gli ecosistemi danneggiati da attività umane o eventi naturali. L’obiettivo è quello di recuperare la biodiversità, la funzionalità e la resilienza di questi ambienti vitali.

  • Il mare dall’alto: lo sguardo dell’ecologo marino

    Il mare dall’alto: lo sguardo dell’ecologo marino

    Un progetto NBFC utilizza droni e camere multispettrali per indagare la biodiversità

    Quando si tratta di valutare lo stato di salute di tutto ciò che vive in mare entrano in gioco gli ecologi marini. Gennaro Ucciero è uno di loro, e il suo progetto di dottorato (svolto tra l’Università di Palermo, la sede NBFC del capoluogo siciliano, il laboratorio di ecologia marina dell’Università Federico II di Napoli e il PRISMA Lab della stessa università) dà una svolta ai tradizionali metodi di indagine.

  • Piante esotiche in città: una sfida da vincere

    Piante esotiche in città: una sfida da vincere

    Alla scoperta delle abitudini delle specie che hanno scelto di abitare in città

    È possibile accogliere nel verde urbano piante esotiche senza provocare danni, e se sì, quali è meglio scegliere? È questo uno dei filoni di ricerca di Chiara Montagnani, botanica specializzata nel complesso settore delle specie aliene o esotiche.

  • Cianobatteri e nutraceutica, oggi insieme

    Cianobatteri e nutraceutica, oggi insieme

    Antichissimi batteri sono una risorsa preziosa e sostenibile per la produzione di molecole bioattive

    Nel secondo anno del dottorato in scienza del farmaco, Teresa De Rosa, all’Università Federico II di Napoli, studia i cianobatteri, organismi unicellulari senza i quali il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe. Batteri tra i più antichi della Terra, con reperti fossili che risalgono ad almeno 2,1 miliardi di anni fa, questi microscopici organismi sono al centro delle sue ricerche per varie ragioni: De Rosa ne studia la biodiversità, la diffusione e le potenzialità.

  • Studiare la biodiversità dal satellite

    Studiare la biodiversità dal satellite

    Usato sinora solo per lo studio del suolo, oggi il satellite è un prezioso alleato anche per l’analisi della biodiversità marina

    Nei film di spionaggio, i satelliti servono spesso per scoprire traffici illeciti e sorvegliare i movimenti degli agenti nemici. Nella realtà possono servire a qualcosa di molto diverso ma altrettanto affascinante: monitorare la salute della biodiversità marina. Marzia Cianflone, biologa molecolare, si occupa proprio di questo.

  • Piccolo, autonomo e conveniente: OpenSwap

    Piccolo, autonomo e conveniente: OpenSwap

    Una possibile soluzione ideale per esplorare la biodiversità delle zone costiere meno raggiungibili

    Per studiare la biodiversità delle coste italiane servivano, fino a ieri, imbarcazioni adatte, team numerosi, macchinari sofisticati e fondi ingenti. La messa a punto di un veicolo autonomo di piccole dimensioni e di costi contenuti cambia lo scenario e apre le porte, potenzialmente, a campagne più frequenti e dati più precisi, alla portata (anche) delle piccole amministrazioni.