
Alleati da salvaguardare: le rondini
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Nutrendosi di mosche, proteggono la salute del bestiame ed evitano l’uso di insetticidi
Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology, a cui hanno partecipato l’Università di Milano, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e la Lipu, sottolinea il prezioso ruolo delle rondini, efficaci agenti di biocontrollo delle mosche nelle stalle per bovini da latte. I vantaggi della loro presenza sono innumerevoli; eppure, questa funzione è poco conosciuta, e non si fa ancora abbastanza per ovviare al loro drastico calo.

Crediti: Pietro Cappelletti – MUSE – Museo delle Scienze di TrentoPietro Cappelletti – MUSE – Museo delle Scienze di Trento
Il ruolo ecosistemico della rondine
Numerose ricerche, riporta l’articolo, hanno dimostrato il contributo effettivo degli uccelli insettivori nella soppressione di insetti nocivi nelle aziende zootecniche. La rondine comune (Hirundo rustica) è strettamente legata a questi luoghi: trova in essi siti di nidificazione adatti, e nei pascoli e nei prati di fieno circostanti abbondanti fonti di cibo.
La rondine svolge un’importante azione di controllo. Si nutre infatti di due parassiti economicamente rilevanti negli allevamenti di bestiame, Musca domestica e Stomoxys calcitrans, che causano disturbo e stress agli animali, riducono di conseguenza la produzione di latte e possono trasmettere agenti patogeni.
“Rondini e agricoltori possono essere alleati gli uni degli altri. Questo studio rappresenta un esempio dei servizi ecosistemici che molte specie ci offrono.”
Mattia Brambilla, ecologo, Università degli Studi di Milano
La ricerca: stalle con e senza rondini
Per comprendere appieno il ruolo delle rondini in questi contesti, i ricercatori hanno preso in esame nove stalle per bovini da latte situate in Val di Non (Trentino). Quattro di esse erano occupate da rondini nidificanti. Per cinque mesi, da aprile ad agosto 2022, sono stati studiati alcuni fattori: l’attività delle mosche, la presenza e il numero delle rondini, il numero delle mucche da latte in ogni stalla, e vari dati ambientali.
Lì dove presenti, le rondini hanno dimezzato l’indice di attività delle mosche (soprattutto quando la temperatura ambientale era più elevata, ovvero nei mesi estivi), e non solo perché se ne cibano: gli insetti percepiscono questi uccelli come una minaccia, e diminuiscono di conseguenza la propria attività per non essere predati.
Un declino preoccupante in tutta Europa
Ebbene: questi uccelli, che andrebbero protetti anche per l’aiuto che forniscono al genere umano, stanno subendo un preoccupante declino in tutta Europa. Le cause sono molteplici. Accanto all’uso massiccio di pesticidi, che riduce la disponibilità di insetti (loro principale fonte di cibo) si possono ricordare la ristrutturazione degli edifici (che elimina cavità, fori e vecchi nidi, utilizzati per nidificare), la preoccupazione per la biosicurezza (che porta in alcuni casi a scoraggiare l’accesso degli uccelli selvatici alle stalle) e l’intensificazione dell’agricoltura (che comporta una perdita di habitat importanti come prati, pascoli e zone umide). Il declino delle rondini è un segnale allarmante della crescente pressione che le attività umane esercitano sugli ecosistemi.

Crediti: Pietro Cappelletti – MUSE – Museo delle Scienze di TrentoPietro Cappelletti – MUSE – Museo delle Scienze di Trento
Alleati preziosi da proteggere
“Rondini e agricoltori possono essere alleati gli uni degli altri”, ha dichiarato Mattia Brambilla, ecologo presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. “Questo studio rappresenta un esempio dei servizi ecosistemici che molte specie ci offrono, facendo luce sul contributo degli uccelli insettivori in particolare. La conservazione di questi animali porta benefici anche ad allevatori e consumatori, e ci ricorda che abbiamo bisogno di ecosistemi sani e funzionanti per far fronte alle sfide ambientali che dobbiamo affrontare”.
Contenere le mosche nocive nelle stalle dei bovini, conclude lo studio, migliora il benessere degli animali, e porta di conseguenza a un potenziale aumento della loro produzione di latte. Diminuisce inoltre la necessità di ricorrere a insetticidi chimici. È per questo auspicabile promuovere la coesistenza tra rondini e allevamenti e la conoscenza del loro ruolo, per poter sviluppare adeguate politiche di conservazione.