USA: meno pipistrelli, più mortalità infantile

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Una ricerca statunitense propone un nuovo legame tra animali, pesticidi e decessi infantili

Secondo uno studio dell’Università di Chicago, la perdita di biodiversità può avere pesanti conseguenze economiche e sanitarie. Il caso in esame parte dall’analisi del declino dei pipistrelli insettivori negli Stati Uniti.

Fonti

 

Questi animali forniscono un prezioso servizio ecosistemico: si nutrono infatti di una grande quantità di insetti, molti dei quali dannosi per le colture. A partire dal 2006, in Nord America, la popolazione di pipistrelli insettivori ha subito un drastico calo, con tassi di mortalità superiori al 70%.

 

 

La sindrome del naso bianco

La causa è la WNS (White-Nose Syndrome, o sindrome del naso bianco), una malattia fungina invasiva che crea attorno al naso dei pipistrelli una fioritura di scaglie bianche (di qui il nome). La principale minaccia della WNS consiste nel risveglio prematuro dal letargo: svegliandosi già durante la stagione invernale, questi mammiferi volanti devono fare i conti con un maggiore bisogno di calorie per far fronte alle basse temperature e con scarse risorse di cibo disponibile. La maggior parte di essi (tra il 30% e il 99%, con una media del 73%) non sopravvive all’inverno. 

 

 

 

 

Un’inaspettata reazione a catena

Nelle contee statunitensi colpite dalla WNS, per compensare la perdita di controllo biologico dei parassiti fornito dai pipistrelli, gli agricoltori hanno aumentato l’utilizzo di pesticidi del 31,1%.

Questo ha portato a conseguenze sia economiche che sanitarie.

 

 

Sul fronte economico, nonostante l’incremento nell’uso di insetticidi, gli agricoltori nelle contee colpite dalla WNS hanno subito un calo del 28,9% dei ricavi a causa della minore qualità dei raccolti, suggerendo che il controllo fornito dalle sostanze chimiche è qualitativamente inferiore rispetto a quello fornito dai pipistrelli. Tra il 2006 e il 2014, gli autori della ricerca stimano le perdite agricole totali attorno ai 26,9 miliardi di dollari.

 

 

Sul fronte sanitario, lo studio propone una diretta correlazione tra utilizzo dei pesticidi e mortalità infantile. Nel periodo 2006-2017, a causa della penetrazione di queste sostanze nelle falde acquifere e nell’aria, e del conseguente aumento dell’inquinamento ambientale, si stima un innalzamento dei decessi del 7,9%, pari a 1334 morti nella prima infanzia.

 

 

Le proposte dei ricercatori

Oltre a sottolineare la necessità di un migliore monitoraggio dei livelli di inquinamento da pesticidi e di una regolamentazione più rigorosa del loro utilizzo, per mitigare i rischi per la salute umana e per l’ambiente, gli scienziati enfatizzano l’importanza di sviluppare strategie per la conservazione e il monitoraggio dei pipistrelli al fine di contrastare le minacce che li mettono in pericolo.

 

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