
Storie di biodiversità
Da sempre ci raccontiamo storie per capire il mondo. Qui, la biodiversità prende voce attraverso articoli che uniscono ricerca, curiosità e meraviglia. Racconti che informano senza appesantire, che spiegano senza semplificare, per avvicinarti a ciò che ci tiene in vita: l’equilibrio fragile e sorprendente della natura.
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Plastica in mare: l’aiuto viene dal satellite
Dimostrata la possibilità di rilevare detriti plastici attraverso il monitoraggio satellitare
Una mappa senza precedenti. È questo il risultato di uno studio pubblicato su Nature e realizzato da un team internazionale di ricerca – a cui partecipa l’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) di Lerici – che ha trovato il modo di utilizzare le immagini satellitari per mappare l’inquinamento da rifiuti marini nel Mar Mediterraneo.
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Cold case: luce su eventi di milioni di anni fa
Scoperta grazie a un team internazionale la reale portata della Crisi di Salinità del Messiniano
Uno studio pubblicato su Science riapre un cold case dei più antichi, e grazie a un approccio multidisciplinare riscrive la storia della biodiversità mediterranea.
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Alleati da salvaguardare: le rondini
Nutrendosi di mosche, proteggono la salute del bestiame ed evitano l’uso di insetticidi
Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology, a cui hanno partecipato l’Università di Milano, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e la Lipu, sottolinea il prezioso ruolo delle rondini, efficaci agenti di biocontrollo delle mosche nelle stalle per bovini da latte. I vantaggi della loro presenza sono innumerevoli; eppure, questa funzione è poco conosciuta, e non si fa ancora abbastanza per ovviare al loro drastico calo.
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La musica degli animali
Tra tutti i tipi di richiamo, i pulcini preferiscono i suoni consonanti, che hanno una valenza positiva
Un recente studio dell’Università degli Studi di Trieste e dell’Università La Sapienza di Roma ipotizza che la preferenza per i suoni consonanti (tradotto in note: gli intervalli do – do; do – fa; do – sol) accomuni esseri umani ed animali, comprese le specie non tipicamente canore, come il pollo domestico (Gallus gallus domesticus). Per provarlo, gli scienziati hanno registrato e analizzato centinaia di richiami di pulcini. Il presupposto principale della ricerca era che la preferenza per i suoni consonanti, osservata in diverse specie animali, inclusi gli esseri umani, potrebbe avere radici biologiche e riflettersi nei richiami naturali degli animali.
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Il mondo si scalda: e gli scarabei stercorari?
Una ricerca indaga la tolleranza termica di questi insetti, indispensabili custodi di biodiversità
Uno studio condotto dall’Università di Torino ha indagato il modo in cui il cambiamento climatico, e in particolare il riscaldamento globale, influenza l’attività degli scarabei stercorari.
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Monitorare le specie captandone le tracce
Con il metodo del DNA ambientale, si confermano in Liguria la lontra europea e il gambero dai piedi bianchi
Per monitorare la presenza di due specie considerate in pericolo – lontra europea e gambero dai piedi bianchi – ricercatori dell’Università di Firenze hanno utilizzato il metodo dell’eDNA, o DNA ambientale: un approccio ideale per rintracciare animali rari o elusivi. Come riportato da Conservation Genetics, lo studio è partito dalla necessità di verificare, in Liguria, due presenze: quella della lontra europea (Lutra lutra), che dopo essere stata considerata estinta a partire dagli anni Ottanta è stata di recente nuovamente avvistata; e quella del gambero dai piedi bianchi (Austropotamobius pallipes), che negli ultimi anni ha subito un drastico calo demografico.
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Parco dell’Appia Antica, regno di molti
Nell’area verde sono state identificate 120 specie di ragni, che testimoniano la ricca biodiversità del parco
La biodiversità è una ricchezza, e lo dimostrano anche i ragni. Un’indagine sui ragni terrestri condotta dall’Università Roma Tre e dall’Università dell’Aquila, e pubblicata su Biodiversity Data Journal, ha trovato nel Parco Regionale dell’Appia Antica a Roma una elevata diversità di specie, che conta anche su nuove registrazioni.
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Cambiamenti climatici, motore dell’evoluzione
L’utilizzo di modelli matematici aiuta a ricostruire la storia più lontana dei nostri antenati
Un recente studio pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment, a cui hanno partecipato l’Università di Firenze e l’Università Federico II di Napoli, evidenzia, attraverso l’utilizzo di modelli matematici, il ruolo dei cambiamenti climatici come forza motrice dell’evoluzione umana.
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Biodiversità vegetale, a breve online
La digitalizzazione di oltre quattro milioni di campioni botanici sarà disponibile dal 2025
Milioni di reperti digitalizzati e presto online, a disposizione di botanici e di appassionati di tutto il mondo. È questo l’obiettivo del progetto finanziato da quasi 7milioni di euro promosso dall’NBFC (il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità sostenuto dal PNRR – Next Generation) che entro il 2025 metterà a disposizione un tesoro vegetale.
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Api: perché è importante proteggere quelle native
Le analisi genetiche confermano la presenza di sottospecie aliene, dalle caratteristiche meno desiderabili
Per proteggere l’integrità genetica delle api mellifere (o domestiche) autoctone dell’Emilia-Romagna, è fondamentale monitorare la diffusione di quelle importate da altri luoghi. E la legge non basta: servono monitoraggio e politiche più rigorose. È quanto emerge da un articolo, pubblicato su Scientific Reports, che descrive uno studio condotto dall’Università di Bologna.
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La foresta guaritrice
Grazie alle sostanze volatili prodotte dalle piante, l’ansia se ne va
Uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health al quale hanno partecipato ricercatori del Cnr-Ibe lo conferma: la terapia forestale diminuisce l’ansia. Con questa espressione (forest bathing in inglese) ci si riferisce all’immersione in ambienti verdi, in particolare nelle foreste, per ottenere benefici per la salute fisica e mentale.
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Canada: la caccia tradizionale è sostenibile
Secoli di caccia alle balene beluga da parte delle popolazioni indigene non hanno danneggiato l’ecosistema
Secondo uno studio realizzato dall’Università di Toronto e dall’Università di Copenhagen, la caccia praticata per centinaia di anni dal popolo Inuvialuit, in Canada, è sostenibile: non ha avuto cioè un impatto significativo sulla diversità genetica e la sopravvivenza della popolazione di beluga nella regione.