La nave oceanografica del Cnr, Gaia Blu
La nave oceanografica del Cnr, Gaia Blu

Alla scoperta del più antico oceano terrestre

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Gaia Blu, la nave oceanografica del Cnr, esplorerà con la campagna Sirene una finestra sul passato di Tetide

Lo studio di Tetide, l’antichissimo braccio oceanico che tra il Permiano e il Miocene separava l’Africa settentrionale dall’Europa e dall’Asia, è estremamente difficile: è solitamente coperto da sedimenti. Esistono però finestre geologiche uniche, dove rocce solitamente situate a oltre 20 km di profondità risalgono verso il fondale marino, attraversando faglie litosferiche responsabili di alcuni dei terremoti e tsunami più devastanti nella storia d’Italia e dell’Europa.

Fonti

 

Al largo della Sicilia, nelle profondità del Mar Ionio, si trova uno di questi punti privilegiati. Proprio lì Gaia Blu, la nave oceanografica del Cnr, darà inizio alla campagna Sirene. Coordinata da Alina Polonia del Cnr-Ismar, la ricerca ha come obiettivo il prelievo di campioni di sedimenti da queste intrusioni provenienti dal mantello terrestre. 

 

 

Con un team di scienziati del Cnr (Ismar, Igg, Igag e Isp gli enti coinvolti) e delle Università di Bari e di Firenze, il progetto vuole svelare i processi che portano alla risalita di fluidi e materiali profondi.

 

 

 

 

Due i risultati attesi: anzitutto verranno prodotti dati fondamentali per sostenere una proposta di perforazione nell’ambito dell’International Ocean Drilling Program (IODP), che potrebbe consentire di campionare direttamente le rocce del mantello della Tetide e comprendere meglio la loro natura. 

 

 

Inoltre, lo studio di questi frammenti rocciosi potrebbe fornire nuove intuizioni su come queste risalite influenzino la generazione di terremoti lungo le faglie che separano i blocchi siciliano e calabrese al largo dello Stretto di Messina.

 

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