
Olobionte: una nuova prospettiva sulla vita
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Un approccio innovativo allo studio degli organismi viventi: da un’analisi individualistica a una olistica
Un cambio di paradigma nello studio degli organismi viventi. È quanto proposto in uno studio appena pubblicato su Science dall’Holobiont Biology Network, consorzio internazionale che include ricercatori di numerose istituzioni tra le quali rientrano l’Università di Padova, la Penn State University, l’Università di Copenhagen, lo NTNU University Museum, l’Università di Pittsburgh e la National University of Colombia.

Secondo gli autori dello studio, il tradizionale approccio che vede gli organismi viventi come entità a sé stanti, separate dall’ambiente, dev’essere superato in favore di un approccio olistico, che considera l’organismo vivente assieme a tutti i microrganismi che vivono al suo interno o intorno ad esso. Tale insieme viene definito olobionte.
L’olobionte, più di un organismo
Un olobionte è un’entità biologica composta da diverse specie, tra cui l’ospite (animale, pianta o altro organismo) e il suo microbioma, ovvero la comunità di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che lo abitano.
La biologia tradizionale ha sempre considerato gli organismi come entità autonome, determinate principalmente dai loro geni. Il nuovo approccio, invece, sottolinea l’interconnessione tra l’ospite e il suo microbioma, riconoscendo il ruolo fondamentale che i microrganismi giocano nella biologia dell’ospite.
Sorprese dell’ologenoma
Invece di considerare solo il genoma dell’ospite, analizzare l’ologenoma, che include sia il genoma dell’ospite che quello del suo microbiota, fornisce una visione più completa e accurata della biologia dell’ospite.
Il microbioma ha un’importanza cruciale: può influenzare l’insorgenza di diverse malattie metaboliche, il colesterolo o il rischio di cancro al colon e perfino l’indice di massa corporea, come pure la circonferenza dei fianchi negli esseri umani, la resistenza agli insetticidi nelle vespe o il vigore delle piante ibride.
La biodiversità come intreccio di relazioni fra organismi
Da complesse interazioni biologiche dipendono non solo la salute e la resilienza degli organismi, ma anche quella di interi ecosistemi. Secondo gli autori dello studio è auspicabile adottare un approccio olistico anche nella sostenibilità ambientale e nel mantenimento della biodiversità.
Le scogliere coralline sono un tipico esempio di ecosistema duramente colpito dall’inquinamento e dal cambiamento climatico. Per contrastare queste problematiche si sta sperimentando la diffusione di batteri probiotici capaci di proteggere i coralli e gli ecosistemi marini. Questi microorganismi sarebbero in grado di invertire il fenomeno dello sbiancamento e la perdita di biodiversità.
Gli organismi viventi, sostengono gli autori della ricerca, sono connessi da una fitta rete di relazioni. L’approccio olistico proposto nello studio dimostra come sia più efficacie studiare ogni organismo come un complesso di relazioni, piuttosto che come un’entità separata e a sé stante.