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Dalla natura al farmaco con l’aiuto dell’intelligenza artificiale

Redazione

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intervista

Intervista a Dompé sul progetto NBFC, dove biodiversità e biotech si incontrano

In un mondo sempre più attento alla salute, all’ambiente e alla sostenibilità, la biodiversità si rivela una risorsa scientifica di valore incalcolabile – anche per l’innovazione farmaceutica. Maria Candida Cesta, responsabile delle collaborazioni scientifiche e del Funding per la Ricerca e Sviluppo di Dompé farmaceutici, ci accompagna dietro le quinte di un lavoro che mette in dialogo università, industria e istituzioni, alla ricerca di un equilibrio tra scienza, biodiversità e futuro.

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Dottoressa Cesta, Dompé ha due grandi filoni: pharma e biotech. NBFC si occupa di biodiversità. Come si incontrano queste due realtà?

“Si incontrano nella ricerca e sviluppo. Dompé ha un’anima pharma, che riguarda la produzione e la commercializzazione di farmaci etici, da banco e nutraceutici , e un’anima biotech. Con quest’ultima Dompé ha  sviluppato, sia dal punto di vista  produttivo che, a seguire, anche in ambito clinico, il fattore di crescita nervoso (NGF) scoperto dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini. -. Lo menziono perché è un prodotto rappresentativo del nostro focus in ricerca e sviluppo. In questo contesto è nata e si è sviluppata nel tempo anche Exscalate, una piattaforma intelligente per il supercalcolo tra le più potenti al mondo, che possiede la più grande libreria chimica enumerata nota per l’identificazione di candidati preclinici e bersagli terapeutici, in grado di valutare più di tre milioni di molecole al secondo attingendo a una libreria di due trilioni di molecole e di composti di potenziale interesse farmacologico. Questa piattaforma, di grande complessità, è il cuore della nostra collaborazione con NBFC. Ci permette di effettuare uno screening in silico (cioè virtuale) di migliaia di molecole, comprese quelle naturali, per una prima selezione di quelle attive su specifici bersagli molecolari di interesse farmacologico e del progetto.

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In parole semplici, il lavoro che state portando avanti con NBFC si traduce nello studio delle potenzialità benefiche di tutte queste molecole?

Esatto. Mettiamo a disposizione di NBFC le nostre librerie di composti che includono sostanze naturali, di orgine vegetale, marina e terrestre, e le sottoponiamo a screening. Nel progetto NBFC c’è un’indicazione chiara: identificare sostanze naturali bioattive che possano agire su patologie infiammatorie croniche non trasmissibili. Questo ci dà dei riferimenti su potenziali bersagli terapeutici su cui concentrare l’attenzione. Con Exscalate facciamo un primo screening virtuale delle librerie; se vengono identificate molecole potenzialmente attive, si passa allo screening in vitro su linee cellulari. Se i risultati sono promettenti, mettiamo a disposizione di NBFC le molecole selezionate. I partner di Spoke 6 di NBFC, per parte loro, ci inviano gli estratti naturali che hanno selezionato, e noi li analizziamo, verifichiamo l’attività biologica sul bersaglio di interesse e, utilizzando i tools chemo- e bioinformatici della piattaforma, eseguiamo studi di prima caratterizzazione del meccanismo d’azione. Spesso gli estratti sono costituiti da una combinazione di sostanze con concentrazioni diverse. In alcuni casi, l’attività biologica è dovuta all’intera combinazione, in altri a una o due molecole soltanto. La piattaforma ci aiuta a identificare le componenti attive, a determinarne la struttura chimica, e a capire se sono già note, se sono commerciali o sintetizzabili. Insomma, a profilare quello che potrebbe diventare un principio attivo. In altre parole, si tratta di selezionare e capire cosa funziona e perché.”

Dompé mette a disposizione le proprie risorse. Qual è il guadagno reciproco delle parti coinvolte? Come si regola?

Alla base delle collaborazioni pubblico-privato ci sono sempre accordi molto chiari. Ogni partner mantiene la proprietà di ciò che già possedeva prima dell’avvio della collaborazione. Quindi, ad esempio, le librerie di Dompé restano di Dompé. Se da quelle librerie emergono molecole attive, sono di nostra proprietà. Quando invece si lavora su materiali forniti dall’università, per esempio, se l’azienda è interessata a valorizzarli si possono fare accordi specifici, come previsto all’interno di NBFC in relazione alla proprietà dei risultati eventualmente generati dalla ricerca e  potenzialmente valorizzabili per i quali è anche possibile prevedere l’opportunità per l’azienda di continuare a sviluppare i candidati selezionati in autonomia”.

Torniamo a parlare di biodiversità: per un’azienda come la vostra, va di pari passo con l’innovazione?

Sì, e le faccio un esempio concreto. Negli ultimi anni Dompé è rientrata nel mondo della prevenzione, con un focus sui nutraceutici, mantenendo sempre al centro la ricerca scientifica e l’innovazione – i pilastri del lavoro di Dompé in questo ambito – per fornire al consumatore prodotti all’avanguardia e sicuri a supporto della salute e del miglioramento della qualità della vita attraverso la prevenzione. Ad esempio,è noto che molti degli integratori in commercio per la “depurazione” del fegato sono a base di estratti di carciofo. Questo perché le sue foglie contengono la cinarina, un composto naturale che ha un’azione epatoprotettiva e che stimola la secrezione della bile. Bene, analizzando i profili chimici di diversi estratti, si è visto che le concentrazioni di cinarina sono più alte in piante provenienti da alcune regioni specifiche piuttosto che da altre, evidenziando così che alcune varietà hanno un valore specifico, anche economico, e che vanno quindi protette e sempre più studiate. Questo è solo un esempio, per rendere chiaro perché biodiversità e business, a volte, vanno proprio nella stessa direzione”.

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In base alle ricerche che state portando avanti con NBFC, che cosa vi sembra più promettente? 

“Assieme ai colleghi dello Spoke 6 stiamo lavorando a un database condiviso che verrà messo a disposizione della comunità scientifica e che conterrà molecole con un primo grado di caratterizzazione in vitro, su modelli cellulari. Questo database, che sarà aggiornato e implementato nel tempo, sarà consultabile dal ricercatore che vuole sapere se una certa molecola esiste, se è stata studiata, quali attività svolge e  su quali bersagli agisce. Questo è già un primo risultato molto importante. Inoltre, speriamo di aver contribuito ad aumentare la conoscenza sulle caratteristiche di alcuni estratti vegetali. Il nostro è un lavoro di semina, che punta a costruire sapere e conoscenza scientifica. Infine, speriamo di  contribuire anche all’elaborazione di un “libro bianco” sui cosiddetti “botanical drugs”, i farmaci derivati da estratti vegetali. L’azienda, partendo dalla sua esperienza nel campo farmaceutico, in collaborazione con i colleghi di NBFC, potrebbe supportare l’avvio di un confronto con le autorità regolatorie, italiane ed europee, per costruire un percorso normativo specifico che colmi le lacune esistenti”.

Protagonisti dell’intervista

Maria Candida

Cesta

  • Direttrice Collaborazioni Scientifiche & Finanziamenti
  • Dompé farmaceutici
  • candida.cesta@dompe.com Copia indirizzo email

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